TRAUMI DENTALI IN ETÀ PEDIATRICA O EVOLUTIVA
I traumi dentari sono relativamente frequenti in età pediatrica e prevalgono nel sesso maschile rispetto a quello femminile.
Una condizione predisponente- facilitante è sempre la protrusione o sporgenza dei denti incisivi superiori e questo è uno dei motivi per effettuare una correzione precoce. Alcuni sport di contatto tra cui anche il calcio espongono ad un maggior rischio. In questi casi si consiglia sempre l’utilizzo di un paradenti specifico ed individuale a scopo preventivo. L’età dalla quale bisogna fare attenzione è quella di eruzione degli incisivi superiori permanenti e quindi dai 6 anni e mezzo in su. Parleremo in specifico dell’interessamento di questi denti, potendo essere chiaramente interessati anche gli inferiori anche se meno frequentemente.
Come in tutte le emergenze traumatiche, mantenere la calma è la strategia fondamentale perché soprattutto in caso di espulsione del dente definitivo intero (cioè comprensivo della radice), recuperare il dente, pulirlo, conservarlo in maniera idonea e in ultimo recarsi dall’odontoiatra tempestivamente, sono fattori che influenzano l’esito di un eventuale reimpianto (con reimpianto si intende la ricollocazione del dente espulso nella sua sede iniziale).
Le emergenze vanno quindi gestite con calma nonostante il bambino o l’adolescente sia evidentemente scosso ed agitato. Quindi certamente assistere la persona e portare aiuto e conforto, ma contemporaneamente assicurarsi del danno subito ed in caso di espulsione o frattura di denti definitivi cercare nelle immediate vicinanze eventuali frammenti o il dente intero. Talvolta nella agitazione generale lo si dovrà cercare tra l’erba o la terra.
Dividiamo i traumi in 2 categorie e cioè traumi di denti da latte o decidui e traumi dei denti permanenti.
Traumi ai denti da latte
Interessano il bambino in età pediatrica e vista la notevole elasticità dell’osso a quella età, possono essere intrusivi o estrusivi o portare comunque ad uno spostamento evidente dalla posizione iniziale. Possono per altro associarsi a fratture di porzioni del dente. Si dice intrusivo un trauma che porti forzatamente un dente verso la sua sede alveolare ossea mostrandolo più corto e/o più in “alto” rispetto alla posizione precedente.
Al contrario sono traumi estrusivi quelli che determinano un “allungamento” o abbassamento rispetto la sede precedente. E’ lo stesso movimento che può determinare l’estrazione dello stesso dente.
Dico subito che i traumi della dentatura da latte preoccupano meno sia l’odontoiatra che i familiari. Le varie tipologie di fratture dentarie associate o non ad uno spostamento dalla sede originaria, vengono trattate secondo le comuni procedure di ricostruzione dentaria. Va sempre fatta una valutazione della “vitalità” del dente. Il test del freddo è molto spesso negativo nell’immediato. La polpa dentaria può essere infatti in “shock” momentaneo e recuperare nei giorni successivi.
Qualora il dente dia negatività al test dopo 1 mese circa bisogna sospettare la perdita di vitalità. La polpa dentaria è quindi probabilmente morta. In questi casi il bimbo va seguito e vanno date istruzioni ai genitori. Il cambio di colore del dente è cosa frequente. In tal caso bisognerà decidere se intervenire “devitalizzando”.
In caso di espulsione non vale la pena cercare il recupero per il reimpianto nella sua sede. Soprattutto se dal momento del trauma sono trascorsi più di 90 minuti ed il dente non è stato conservato idoneamente. I denti frontali da latte vengono sostituiti a 6/8 anni per cui anche un mantenitore di spazio non è indicato (vedi mantenitori di spazio).
In caso di mobilità evidente non relazionabile alla permuta del dente stesso, si può procedere al fissaggio elastico del dente. Cioè si blocca il dente momentaneamente a quello/i vicini per favorire il recupero.
A differenza dei traumi estrusivi quelli intrusivi vanno seguiti nei giorni successivi. Talvolta il dente si riporta spontaneamente nella sua sede precedente. Se questo non succede si può avere il rischio di “anchilosi” e cioè l’elemento interessato ed intruso si blocca a quel livello e diventa un problema per la successiva eruzione del definitivo. In questi casi e se c’è il sospetto si può intervenire “aiutando” il dente a spostarsi con l’aiuto di forze ortodontiche lievi. La vigilanza e il controllo vanno poi continuati nei mesi od anni successivi. Questo perché la radice del dente da latte è in stretta vicinanza con il germe del dente permanente corrispondente. Una intrusione può quindi danneggiare questa maturazione portando a danni di vario grado; dal cambio di colore e aspetto della corona a vere e proprie modifiche di forma che tal volta interessano la zona di transizione tra corona e radice del permanente. Su tutti questi eventuali eventi non possiamo fare molto finché il dente interessato non erompe.
Traumi dei denti permanenti
Possono realizzarsi dai 6/8 anni in conseguenza di incidenti stradali, sportivi o talvolta di gioco. Essendo i denti interessati quelli definitivi l’interesse è notevolmente superiore. Ancora, le fratture di qualsiasi genere possono essere trattate con reincollaggio del frammento qualora si tratti di un pezzo unico di medie dimensioni. Anche qui vanno eseguiti i test di vitalità per agire tempestivamente nel caso in cui la stessa risulti persa.
Per il recupero del dente definitivo molto dipende dalla sede della frattura, ma nella maggior parte dei casi si ha un buon recupero estetico e di funzione.
Argomento a parte è quello dei “reimpianti” nel caso ci sia una espulsione completa. In questi casi distinguiamo quali sono i fattori importanti per avere successo.
- Quanto più precocemente si ha il reimpianto tanto più si ha la probabilità di attecchimento. Dopo un’ora dal trauma la possibilità si abbassa progressivamente fino ad azzerarsi quasi alle 2 ore. Mi riferisco alla ripresa di vitalità e alla assenza di futuri fenomeni di riassorbimento della radice del dente interessato.
- La modalità di conservazione incide sicuramente. Il dente espulso spesso finisce per terra e si può inquinare più o meno a seconda della sede dell’evento. Va’ quindi lavato da eventuali residui tenendolo il più possibile dalla corona e quindi conservato. L’ efficacia di conservazione decresce in ordine andando dalla soluzione fisiologica, il latte o se si riesce la saliva del paziente.
La cosa ideale sarebbe che una volta recuperato il dente lo si pulisse subito dai residui di sporco e venisse rimesso in sede ad opera di chi effettua il primo soccorso. Nell’ambito dei corsi di primo soccorso o BSL bisognerebbe introdurre una breve parte dedicata a traumi e reimpianti. Chiaramente non parlo di pazienti a cui sto prestando soccorso perché in pericolo di vita. Dico semplicemente che un po’ di cultura generale non guasterebbe anche perché le nozioni da conoscere sono poche ed elementari.
Occorre certo freddezza e distacco ma se si riuscisse a pulire il dente subito e rimetterlo con la radice in sede non ci sarebbero problemi di tempo o di come conservarlo. In casi simili ci si deve comunque recare dall’Odontoiatra avendo cura di mantenere in posizione il dente con le dita. Questo è un augurio pur sapendo che in 34 anni di traumi non l’ho mai visto accadere.
Un paziente del genere viene da noi gestito quindi riposizionando il dente in sede dopo accurata detersione. Come dicevo la possibilità di “attecchimento” dipende da vari fattori. Vale comunque la pena provare anche sapendo che l’esito sarà il riassorbimento della radice e la successiva perdita dello stesso. Questo perché traghetto comunque un paziente giovane ad un’età in cui la sostituzione protesica, magari mediante un impianto, è più favorevole e perché pur perdendo il dente a distanza di anni mi sono conservato l’osso basale (facilito l’impianto) e consento al paziente di sorridere per anni ancora con naturalezza.
L’elemento una volta rimesso in sede va splintato in maniera non rigida. Cioè fissato a quelli vicini con un filo elastico in lega che blocchi il movimento ma non in modo assoluto. Dobbiamo poi vigilare sulla vitalità pulpare ed intervenire prontamente se la stessa non si ripristina, possibilmente prima di un cambio di colore. La modifica cromatica dipende dalla degradazione dell’emoglobina e dai prodotti derivanti dalla morte dei tessuti interni.
Comunque sia la tempestività e il rivolgersi alla figura professionale giusta è la cosa che più condiziona l’esito di questi eventi. Per esempio sempre eseguire una raccolta dati dettagliata come fotografie /radiografie. Questo perché poi in sede di giudizio e risarcimento danni (sia incidenti stradali, sportivi o scolastici), la differenza la fanno i dettagli del referto di prima visita e tutto ciò che aiuta a documentare l’accaduto. Il risarcimento da parte assicurativa è spesso un tira e molla e pochi sanno che in un giovane il danno va risarcito valutando l’aspettativa di vita di quella persona. Se cioè si tratta di un giovane quel dente danneggiato o perso avrà bisogno di “rinnovi” o sostituzioni e rifacimenti che sono tanto maggiori quanto più giovane è il paziente e l’assicurazione è tenuta a risarcire tutte queste “revisioni nel tempo”.
E’ capitato talvolta che per cattivo consiglio di un medico poco preparato o addirittura di un odontoiatra in conflitto di interessi (perché perito della stessa assicurazione che doveva risarcire), al paziente sia stata liquidata una somma per il solo intervento di ripristino immediato. E una volta apposta la firma da parte dei genitori che incassano l’assegno la questione è chiusa.
